Classici della filosofia tedesca - Walter Benjamin

Published 2015-12-01
Walter Benjamin
Conferenza nell'ambito del ciclo "Classici della filosofia tedesca"
Benjamin propone una ricognizione del Moderno, esplorando soprattutto il ruolo dei mass media e la metropoli del XX secolo. Relatore Gianluca Cozzo, Università di Torino. Incontro di carattere divulgativo, nell'anno in cui Torino incontra Berlino, a cura di Pier Paolo Portinaro, in collaborazione con Fondazione per la Cultura Torino.
Biblioteca civica Italo Calvino, mercoledì 23 settembre 2015

All Comments (18)
  • @mannymannino
    Che bell'intervento, utile a visualizzare quella «costellazione satura di tensioni» del pensiero benjaminiano, grazie per la pubblicazione!
  • @silviarizzi9339
    Grazie!! Bellissima lezione di livello alto ma comprensibilissima. Piacevole anche il Suo modo di comunicare.
  • Che lezione meravigliosa, specialmente per com’è trasmessa: l’emozione e coinvolgimento. GRAZIE!
  • @manlioerta7221
    Ottima relazione che entra all'interno del pensiero di Walter Benjamin non attraverso concetti astratti , ma attraverso la vita stessa , come da lui vissuta. Amava certo Kafka, perché la vita di Benjamin non è molto diversa da quella del grande scrittore de "Il castello"; ma , in particolare , questo desiderio di ritrovare la felicità ( mera fantasia da adulto) nella visione felice "magica e fantastica" dell'infanzia , non può non richiamare alla mente l'opera e il pensiero di Giacomo Leopardi. L'infanzia , di per sé , non è più felice di altre età dell'uomo, : la felicità futura è " Aspettando Godot" , si sposta sempre in avanti fino alla delusione finale della vecchiaia , Allora la felicità si ricerca nell'infanzia, non perché sia felice, ma perché è evanescente nel ricordo , piena di"aura" come un'opera d'arte irripetibile , ma vanamente illusoria. Feudianamente non ci vorrebbe molto nel riconoscere nell'infanzia berlinese, nei passages, nelle perle nascoste nelle rovine della storia che l'angelo guarda con la testa rivolta al passato il desiderio immenso di una felicità mai vissuta ( a parte i contrasti col padre, simili a quelli di Kafka) da Benjamin. Ma più profondamente la felicità è mera utopia come videro i Greci che furono tragici non perché scrissero tragedie, ma perché videro con chiarezza la tragicità della vita e la durezza della morte. Quanto alla sua tesi sul dramma barocco tedesco, Benjamin inserì di proposito una premessa filosofica incomprensibile ( perché la parte critica è leggibile e comprensibile ) perché in fondo non voleva entrare in un sistema burocratico quale l'insegnamento universitario , ma essere libero. Libero e forse felice lo fu solo con "l'overdose" di morfina , l'ultimo "passage" verso l'infinito.,
  • Lezione bellissima. Grazie professore; lei ha reso chiaro il pensiero difficile, ma straordinario di Benjamin.
  • @naoufeljaouada
    Une petite remarque, petite, mais qui a son importance pour la vérité historique. À un moment donné, au tout début de la conférence, vers la douzième minute ou un tout petit peu plus avant, le conférencier parle de l'intention de Walter Benjamin de répondre à l'invitation de son ami Scholem et de se rendre en Israel, or Israel n'existait pas alors. Scholem était en Palestine, Benjamin devait se rendre donc en Palestine, VU!
  • @pisnell
    Corro a procurarmi "Infanzia berlinese", e poi "Strada a senso unico"; bella relazione del prof. Gianluca Cuozzo :) pS ma di chi è il pezzo iniziale?
  • Spiegazione notevole: divulgativa ma tutt'altro che superficiale. Grazie. A un ascoltatore non specialista rimane l'impressione di un Benjamin legato all'Ottocento, con un approccio quasi onirico e simbolista alla realtà. Con grandissime intuizioni, ma con una visione tutta qualitativa priva dell'asciutezza quantitativa cioè scientifica in senso stretto. In ciò stranamente poco novecentesco.
  • Molto interessante! Dove afferma Benjamin che “l’apparenza della rappresentazione viene data alla fiamme per amore del contenuto di verità dell’opera d’arte"?
  • Benjamin non solo era un cabalista, iniziato, ma addirittura adepto di un «movimento, la Jugendbewegung, di orientamento patriottico e völkisch che organizzò un grande raduno i giorni 11 e 12 ottobre 1913 sul Monte Meissner, nei pressi di Kassel»14
  • @mancinierre
    ...che brutta cosa la spocchia dei proff!!!
  • @CZ277CX
    Quanta attualità !! Quanta tragica attualità !