Massimo Cacciari | La più vuota delle immagini | Figure della Morte

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Published 2012-01-23
La più vuota delle immagini
FIGURE DELLA MORTE
20 gennaio 2012, ore 21
Salone del Maggior Consiglio
Massimo Cacciari, inaugura la rassegna La più vuota delle immagini. Figure della morte nella cultura contemporanea, a cura di Giorgio Pigafetta.
Quattro incontri per raccontare come la forza del pensiero e l'esuberanza dell'arte hanno cercato da sempre di raffigurare la morte, la più vuota delle immagini.

All Comments (21)
  • Fino all'ultimo viviamo e abbiamo il dovere di vivere trovando nelle inquietudini la propria pace... Questa è l'opera .
  • @sandatoacsen9858
    Si... e come dice Cacciari, NOI vogliamo VIVERE "LA COMEDIA" ... dirrei che la troppa tranquillita ci annoia !.. nonostante i suoi benefici.. e pur riconoscendoli . Come diceva Vasco Rossi :"voglio una vita piena di guai..." 😅😂🤣.... Ci piace AMARE CON ARDORE 😍🌞💞🚀💖 Sono in perffetto accordo con l, ultima signora che ha parlato. L, ALDILA E PROPRIO UN "LUOGO" FANTASTICO E INTRIGANTE... anche a me incuriosisce molto . ❤
  • La legge della vita - Jack London. E' un meraviglioso racconto sul morire
  • Il rapporto fra la mente e il suo esterno , quello che assorbe il tempo che asciuga lo spazio che riflette le immagini e vivono in un postulato incarnato. L'essere insito diventa parola, il dibattito voce/ pensiero si trasforma in solitudine, luogo dove cresce un momento. Il momento dello stare in quiete, mentre il tempo sceglie la parte che non interessa e si unisce a un sentimento, un ricordo, Ma e' un dato oggettivo, diviso da noi stessi ,dalla fantasmatica possibilta' di variare la realta' in cui non abbiamo parte ma ne siamo subiti. Mentre si realizza il momento che esaspera i viventi, che crea l'assoluto divenire, dove viene rappresentata la speranza , dove il suo estrinsecare del fenomeno stesso della salvezza ? Perché sfugge il potere della rinascita, il dovere della vita che spetta rispettare , contrariamente a cio' che ci auspichiamo. Il sogno si fa diritto , un subitaneo quadro di appartenenza. Ma la forza di chi, il dolore degli altri, da cui viene tratto un esempio per ridere della frustazione. Aver delegato un simile per prendere il frutto del lavoro, il futuro e' scritto, ma da chi? E le certezze dove sono ? Cosa desta in noi l'occupazione sedentaria, chi ci ispira a trovare il sistema per recapitare le idee che portano a risolvere un dogma esiziale ? Dove sono i martirii che postulano e regolano il bisogno dell'esistenza, dove le solite derive per salvare il pensiero ? Perché non trovo la voce , perché soffro negando me stesso alla vita , perché non posso posticipare le decisioni dell'altro a cui mi sembra di essere legato ? Salvo la banalita' del mio istante , rapportando la mia inquietudine al sogno che pre-esula da tutto l'altro. E il piacere vien meno, esso subisce quanto tutto si e' dimostrato cosi' vuoto, cosi' diverso. Non maturiamo noi come frutti della natura , non possiamo venir colti per una ragione specifica, perché non utilizziamo lo scopo di chi vuole imporre il costo gia' caro per finire soddisfacendo chi deve darci un futuro. Chi porta alla maturazione, e' certo di aver una carta da giocare, vista la preziosita' degli alimenti, gli serviamo per niente ? E che cosa mi mette davanti allora ? Un presente doloroso, un dato di fatto in cui non ho nessuna possibilita' di trovare elementi che mi possano consolare.
  • mi diverto più io ad ascoltarti e ripensare, che te che devi sforzarti di aiutarmi a capire. il mio diletto è il tuo lavoro.
  • @giancarlo6261
    Ben delineata la prima parte del problema filosofico della morte, peraltro tutto sotto l'insegna del pensiero di M. Heidegger; per quanto attiene la seconda parte: "pensare l'impossibile come immagine di vita eterna" è chiaro che M. Cacciari fa un salto concettuale nel religioso, senza un'atto di fede (che il nostro fatica a dichiarare) non puoi sostenere le considerazioni finali. Non c'è male per un filosofo che per anni ha frequentato il pensiero di sinistra.
  • Credo che Cacciari voglia dirci che possiamo vivere senza pensare al morire (ammesso sia in realta' possibile)oppure vivere pensando al morire (anche qui ammesso che sia veramente possibile). Cosa e' piu' giusto piu" autentico piu" vero ? Cacciari come spesso accade non prende posizione, non ci da' risposta. Ma ci dice che tutte e due le posizioni meritano discussione filosofica, oltreche' religiosa. L'uomo di Cacciari oscilla tra luce e oscurita' tra dubbio e verita', e' in fondo una eterna contraddizione, un eterno dualismo quantomeno. Alcune grandi filosofie pero' sono da tempi andate oltre a queste contraddizioni, pensiamo a quelle greche originarie, a Plotino, a Giordano Bruno, a Spinoza, a Jaspers, a Heidegger, Severino, a quelle orientali. Cacciari invece non riesce a prendere posizione e' il filosofo del dubbio dialettico e logico. Resta un dubbio di fondo. E se avesse "ragione" Cacciari che alla domanda sul morire non c'e' risposta definitiva e che quindi anche il discorso religioso ha una sua fondatezza " filosofica" ? Per Severino non e' cosi' ma Severino, con tutto rispetto per Cacciari, era Severino il filosofo incontrovertibile.
  • @adastra3147
    Non trovo più il pezzo in cui spiega come non vedere il Qui ed Ora è costantemente morire attimo per attimo
  • @sandatoacsen9858
    Gli esseri umani si comportano naturalmente come se fossero IMMORTALI. Vediamo gli altri che lasciano il corpo e comminciamo a indentificarci anche noi con il corpo..., ma poi, per fortuna ci comportiamo come se avessimo d, avanti l, eternita. Secondo me e un bene, altrimenti non cominceremo mai nessuno progetto di VITA, pensado che tra un, attimo potremmo non portarlo piu avanti, per l, intervento della propria morte. Riguardo al morire contenta di avere fatto il proprio dovere,.. forse riesci, se non filosofi troppo su quello che potevi fare e non lo hai fatto, magari soltanto per averlo ignorato(esseri sfugito alla comprensione),.. ma questo : " ho fatto tutto quello che potevo fare", mi odora di falsita o di superficialita, mi odora di volere narcotisare la propria coscienza . Certamente, anche colpevolizare se stessi per non avere fatto di piu, odora di superbia. Ecco perche bisogna avere FIDUCCIA, FEDE nel proprio destino e SAPERE CHE QUELLO CHE FAI IN QUESTA VITA, E QUELLO CHE DOVEVI FARE .. e se non ti piace immaginarti qualcuno che decide per te, (che decide il tuo destino) allora accetta di averlo concordato tu stesso assiemme alla grande coscienza cosmica, dalla qualle sei parte integrante ! 👍❤
  • @carlo_nd
    Parole, chiacchiere che non approdano a nulla. Per intelligere, per andare in profondità su questo grande tema è necessario trascendere il pensiero, vale a dire la mente. Soltanto attraverso la sospensione del pensiero si può avere l'esperienza interiore inequivocabile, l'intuizione, l'insight, che risolve la questione. Gnòthi seautòn.
  • Leprof nessuno può negare l'aldilà ma lei non crede quindi sarà chi ha creduto ora che si riconoscerà nell'aldilà , non le pare?
  • @sionisarte
    Dopo 5 minuti di discorso Cacciari fa venire il sonno.